Pessimisti


Dove tutto ebbe inizio: Thomas Malthus                                                               
(Malthus:immagine tratta da Wikipedia)

Può sembrare strano che il primo a parlare con toni pessimistici e aspri contro l'aumento della popolazione fu un pastore anglicano del XVIII secolo, eppure è così che la controversia ebbe inizio. Il suo nome era Thomas Robert Malthus e diede vita a quella che oggi viene chiamata teoria malthusiana riguardo al rapporto tra risorse naturali e popolazione. Visse nel secolo del lumi, fu contemporaneo della rivoluzione francese e respirò idee libertarie-utopiste di Rousseau e Godwin, amici del padre Daniel che conobbe ed ascoltò di persona nel salotto di casa sua. In aperta polemica con l'ottimismo dei suoi tempi, nel 1798 scrisse il "Saggio sul principio della popolazione" (Essay on Population), il quale ebbe un successo straordinario nel secolo successivo per quanto venne letto, discusso e applicato per contenere il problema della popolazione. 


Qual'era la tesi centrale del libro? Usando le sue stesse parole essa può essere sintetizzata così: "La popolazione, quando non viene sottoposta ad alcun freno, cresce secondo una proporzione geometrica, mentre i mezzi di sussistenza aumentano in progressione aritmetica [...] In forza di quella legge di natura che rende il cibo necessario alla vita dell'uomo, gli effetti di queste due forze devono essere tenuti in equilibrio". In altri termini egli vedeva la condizione umana schiacciata fra due verità di natura: 1) la tendenza a soddisfare le pulsioni sessuali e a moltiplicarsi e 2) risorse naturali esistenti che crescono in proporzione minore. Provando a fare un esempio, se la popolazione umana aumentava raddoppiando il proprio numero (da due milioni a quattro, poi otto, sedici e così via), le risorse aumentavano in maniera più graduale (tali da poter sfamare un milione, due milioni, tre e così via); ciò avrebbe prodotto di fatto migliaia di morti fra la popolazione povera per fame o malattia, si sarebbe tornati ad una situazione di equilibrio fra risorse e popolazione ed infine sarebbe ricominciato questo processo ciclicamente.



 L'incremento demografico quindi poteva sfociare solo in povertà e carestie, e per arginare il fenomeno Malthus proponeva una forma di "controllo morale" individuale, quali l'astensione dai rapporti sessuali, il ritardo dell'età del matrimonio ed una maggiore frequenza del celibato. Le sue convinzioni inoltre lo portarono a schierarsi contro le leggi che proteggevano i poveri, in quanto indirettamente favorivano le nascite: stando alle sue stesse parole, "Un uomo nato in un mondo già proprietà di qualcuno, che non possa trarre sussistenza dai suoi genitori, del quale la società non richieda i servigi, non ha titoli per pretendere la minima porzione di cibo e, di fatto, non ha il diritto di stare dove sta. Al grande banchetto della natura non c'è posto libero per lui. E' la natura a respingerlo." 

Dopo aver pubblicato il saggio sulla popolazione ottenne nel 1805 un incarico di docente al college dell'East India Company, primo al mondo ad insegnare economia politica, ed istruì coloro che più avanti sarebbero diventati la classe dirigente dell'impero britannico sui pericoli della sovrappopolazione e sull'insensatezza della carità.


 Fra gli intellettuali suoi contemporanei non tutti lo sostennero, infatti lo stesso Godwin lo definì "un genio oscuro e terribile sempre pronto a demolire tutte le speranze dell'umanità", l'umanista Hazlitt lo accusò di "affamare i bambini poveri per sfamare i cavalli dei ricchi", Karl Marx considerava le sue idee "calunnie sulla razza umana" e colui che le propugnava "un sicofante della proprietà fondiaria, chino a costruire l'idea capitalistica di povertà come ineluttabile" ed infine Charles Dickens lo riconosceva come bersaglio ideale per i suoi romanzi di denuncia sociale, come ad esempio in Canto di Natale dove il riferimento satirico a Malthus è rappresentato dall'avaro Ebenezer Scrooge che di quanti preferivano morire piuttosto che entrare nelle workhouses, dice "Che muoiano, e riducano la popolazione in eccesso!".



 Nonostante queste critiche la "legge di Malthus" divenne dominante pochi anni dopo, ed ebbe un successo tale che ancora oggi alcuni studiosi "neo-malthusiani" continuano (con alcuni cambiamenti) a sostenerla. Com'è spiegabile questo successo? Al di là della veridicità o meno della teoria, essa permetteva alla classe dominante dell'epoca di 1) spazzare via i sensi di colpa verso i più deboli 2) giustificare di fatto la diseguaglianza sociale 3) addossare la colpa ai più poveri in quanto poco lungimiranti e irresponsabili nel loro comportamento: a questo si aggiunse l'ideologia del darwinismo sociale che ebbe diffusione nel XIX secolo e si può comprendere facilmente come mai la teoria malthusiana divenne fondamentale per la visione del mondo di quell'epoca.


Fonti:
Goodbye Malthus cap.1 , Rosina, Tanturri 2011
Il Pianeta del futuro cap.1, Fred Pearce 2010
La popolazione del pianeta cap.2, Antonio Golini 2003





L'Irlanda come banco di prova
                                                                                                   

Fonte: http://www.old-picture.com/
Pochi decenni dopo l'uscita del saggio dell'economista e pastore inglese, in Irlanda avvenne la peggior catastrofe che colpì l'Europa in tempo di pace. Gli abitanti dell'isola infatti erano per la maggior parte contadini o pastori, e la loro dieta era basata principalmente sul consumo della patata, importata da pochi secoli dalle Americhe. La carestia durò dal 1845 al 1849, ma bastò a ridurre la popolazione per 1/3; provocò inoltre una diaspora degli Irlandesi verso l'America del nord che pesò ancora di più sulla popolazione totale facendola rimanere quasi la metà di quanto fosse prima della diffusione del fungo che infestava i raccolti.


 Malthus nei suoi Saggi aveva previsto il disastro irlandese, causato appunto dalla popolazione cresciuta a dismisura: "Il ricorso estensivo alle patate ha consentito un rapido aumento [della popolazione in Irlanda] nell'ultimo secolo [...]. La scarsa quantità di questa radice commestibile [...] unita all'arroganza e alla rozzezza del popolo, ha promosso l'istituzione matrimoniale in misura tale che la pressione della popolazione ha superato di molto la capacità dell'industria e le attuali risorse del paese". Durante la carestia molti altri ricorsero a spiegazioni malthusiane, ad esempio Herbert Spencer, sociologo e giornalista, scrisse che le popolazioni troppo prolifiche "imboccano la strada per l'estinzione", e William Greig, industriale tessile e vecchio collega di studi di Darwin, aggiunse più crudamente: "scriteriato, sudicio e privo di aspirazioni, l'irlandese si moltiplica come i conigli". 



La tragedia irlandese fu quindi una verifica della tesi di Malthus e venne causata solamente dal fungo infestante? E' giusto tenere in considerazione che la popolazione Irlandese, in quanto dipendente solo da un'unica coltura, sarebbe stata troppo vulnerabile qualsiasi fosse stato il numero degli abitanti. In più dall'Inghilterra vennero solo pochissimi aiuti proprio perché, coerentemente con la teoria malthusiana, si credeva che aiutando gli Irlandesi non si faceva altro che alimentare il problema invece di risolverlo. In definitiva chi sosteneva la "legge di Malthus" nel caso Irlandese riconobbe una prova decisiva, mentre chi a sua volta la osteggiava vedeva nel mancato intervento Inglese e nelle contingenze specifiche dell'Isola le cause del disastro.


Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Grande_carestia_irlandese_(1845_-_1849)
Il Pianeta del futuro cap.2, Fred Pearce 2010





La strada per la sopravvivenza: William Vogt


La teoria malthusiana rimase viva per tutto il XIX secolo e continuò ad essere sostenuta anche nel XX secolo: da un lato infatti prendeva linfa dalle teorie eugenetiche che prima della II guerra mondiale si erano diffuse in Europa ed in America, e dall'altro raccoglieva sostenitori fra chi scorgeva con preoccupazione l'aumento esponenziale della popolazione dei paesi colonizzati prima, ed in via di sviluppo dopo. 


http://images.paperbackswap.com/
Una figura che spicca fra le altre in questo dibattito è sicuramente William Vogt, un ornitologo che con il libro "Domani può essere il caos" (Road to Survival) nel 1948 diede una svolta al problema della sovrappopolazione: la minaccia alla sopravvivenza futura dell'uomo non solo riguardava sia ricchi che poveri indistintamente (a differenza di Malthus che vedeva nei poveri il vero problema), ma era prossima al compimento. Secondo le sue previsioni nel 2050 la popolazione sarebbe passata da poco più di due miliardi a tre, ed in quel momento: "E' probabile che almeno tre quarti della razza umana saranno spezzati via [...]." Noi "possiamo ancora scampare allo schianto della nostra civiltà", ma ai tropici "grandi aree della Terra oggi abitate da civiltà arretrate dovranno essere cancellate." Per Vogt le leggi di Malthus "interessano la vita di ogni uomo, donna e bambino sulla faccia della terra ogni minuto ogni giorno", ed il problema iniziava dall'Inghilterra, in quanto secondo le sue analisi gli inglesi erano ormai "sull'orlo della fame [...]. A meno che noi [americani] si sia disposti a piazzare cinquanta milioni di piedi britannici sotto il nostro tavolo da pranzo, vedremo ancora una volta la carestia terrorizzare le vie di Londra, mano nella mano con lo spettro di un perspicace prelato ingelse, Thomas Robert Malthus.". La Gran Bretagna però sarebbe stata solo la prima, infatti l'industrializzazione aveva "raggiunto un punto di saturazione [...]. Il potere d'acquisto delle classi medie, specie dei professionisti, si sta facendo sempre più limitato di fronte alle necessità della vita"; il Giappone "non riesce a sfamare se stesso", i cinesi "generazione dopo generazione si fanno più miseri", e perfino in America non c'era da rallegrarsi, "le nostre bistecche ci converrebbe gustarle adesso, giacché nell'arco della vita della maggioranza degli americani ce ne saranno molte di meno". 



Qual era a questo punto la strada per la sopravvivenza proposta da Vogt? Attuare politiche nazionali ed internazionali per la riduzione ed il contenimento delle nascite, eliminare gli aiuti a quei paesi e popolazioni che non si adeguano a questo programma o addirittura non fornire affatto incentivi economici per lo sviluppo dei paesi poveri; come esempio per mostrare più chiaramente ciò che intendeva Vogt, è utile vedere cosa scrisse circa i progressi della medicina: "La moderna professione medica [...] continua a credersi in dovere di mantenere in vita quante più persone possibile. Attraverso l'assistenza medica ed il rafforzamento delle misure igieniche, [i medici] hanno la responsabilità dei milioni di persone in più che vivranno più anni in una crescente miseria. Stanno preparando la scena per il disastro."


Dopo la pubblicazione del libro e la fama che l'autore conquistò, Vogt fece parte del Popoluation Council presieduto da John D. Rockfeller insieme ad altri famosi neo-malthusiani (studiosi che si rifacevano alla teoria di Malthus) come Frederick Osborn o Kingsley Davis. Questa organizzazione, insieme ad altre come ad esempio la International Planned Parenthood Federation, si batté e si batte tutt'ora per il controllo della popolazione nazionale e globale ed ha un ruolo importante nella scacchiera delle lobbies internazionali a causa dei facoltosi investitori che ne fanno parte come ad esempio la famiglia Rockfeller.


Fonti:
http://en.wikipedia.org/wiki/William_Vogt
Goodbye Malthus cap.1 , Rosina, Tanturri 2011
Il Pianeta del futuro cap.4-5, Fred Pearce 2010





Ehrlich, Hardin e Meadows
                                                                    
(immagine tratta da Wikipedia)

I neo-malthusiani successivi a William Vogt si collocano sulla sua stessa scia come approccio ed interpretazione circa il problema della sovrappopolazione: da un lato i toni allarmistici hanno fatto scuola e sono stati più volte rinnovati dai neo-malthusiani che vennero in seguito, e dall'altro le soluzioni che l'ornitologo propose vennero riproposte simili nel contenuto fondamentale e cambiate in pochi dettagli. Fra questi il più celebre è Paul Ehrlich, che con "La Bomba Demografica" (The Population Bomb) nel 1968 diede un forte impulso alla causa ambientalista contro l'avanzata minacciosa della specie umana. Ehrilch era un biologo che si dedicò prevalentemente allo studio delle farfalle, infatti notò come questi insetti, nelle condizioni adatte, proliferassero tanto rapidamente da consumare tutte le foglie di cui si nutrivano: superata la "capacità di carico" dell'ambiente le farfalle si estinguevano. Di qui il passo all'uomo fu breve, e riprendendo lo stesso titolo da un libro di Hugh Moore, pubblico il suo scritto che divenne ben presto un best-sellers internazionale. 



Avendo assistito al boom di nascite del dopoguerra, immaginò che questo fenomeno potesse continuare fino a rendere la stessa popolazione un problema, in primo luogo per la sopravvivenza dell'umanità ed in secondo per le altre specie viventi sulla terra. In un certo senso era lo stesso concetto sostenuto da Vogt, ma con un'urgenza ancora superiore, perché la cifra dei 3 miliardi era già stata raggiunta: "La battaglia per sfamare la specie umana è finita [...]. In qualche momento fra il 1970 e il 1985 il mondo soffrirà di ingenti carestie. Centinaia di milioni di persone moriranno di fame", ed in più le risorse della terra si sarebbero presto esaurite, provocando un aumento vertiginoso dei prezzi ed ulteriori problemi.


                                                                                                        
(Immagine tratta da Wikipedia)

Un altro studioso che ebbe un ruolo importante all'interno di questo dibattito fu il biologo Garrett Hardin, il quale non rinnegò mai le sue simpatie per l'eugenetica e scrisse nel 1951 che "ogniqualvolta un filantropo istituisce una fondazione per ricercare la cura contro una certa malattia, così facendo costituisce una minaccia eugenetica per gli esseri umani"; l'immagine descritta nel suo saggio del 1974 l' "Etica della scialuppa di salvataggio" (Lifeboat Ethics) può sintetizzare facilmente tutta la corrente neo-malthusiana grazie alla sua immediatezza e semplicità: "ogni nazione ricca può essere vista come una scialuppa di salvataggio. Nell'oceano circostante nuotano i poveri del mondo, che vorrebbero salire a bordo". Non essendoci risorse a sufficienza per saziare tutti quanti però, le persone sulla scialuppa hanno il dovere verso la propria specie di essere egoiste, e di tenere i poveri fuori dalla scialuppa anche a costo che anneghino.




(Immagine tratta da http://4.bp.blogspot.com)
Un ulteriore contributo a favore delle previsioni neo-malthusiane è quello che venne dato dal libro "I limiti della crescita" (The Limits to Growth) nel 1972. Scritto dall'analista di sistemi Dennis Meadows e dalla moglie Donatella, "il rapporto Meadows" non fu pubblicato attraverso un processo accademico di revisione paritaria, ma venne finanziato dal Club di Roma, un'istituzione privata fondata da Aurelio Paccei. 

In questo libro venivano presentati i risultati dell'applicazione di un modello di simulazione tramite il quale venivano prodotti scenari sull'evoluzione futura di cinque principali grandezze: la popolazione, i mezzi di sussistenza,l'inquinamento, la produzione industriale e le risorse non rinnovabili. Anche qui, come nelle previsioni di Vogt o di Ehrlich, i risultati erano drammatici: secondo i coniugi Meadows a meno che non avessimo fatto qualcosa per tenere sotto controllo la popolazione mondiale, nel XXI secolo avremmo assistito al collasso della nostra intera civiltà.



Fonti:
Goodbye Malthus cap.1 , Rosina Tanturri 2011
Il Pianeta del futuro cap.1, Fred Pearce 2010
La popolazione del pianeta cap.6, Antonio Golini 2003









Sartori: neo-malthusiano contemporaneo 
                                                                                            

(Sartori: https://ilpolitologoitaliano.files.wordpress.com)
Molti altri sono i sostenitori delle teoria neo-malthusiana, e specificatamente in Italia il politologo Giovanni Sartori ha più volte scritto in articoli e libri (come ad esempio in "La terra scoppia. Sovrappopolazione e sviluppo." scritto in collaborazione con Mazzoleni) a favore di queste tesi per il contenimento della popolazione mondiale.


Scrive infatti in un articolo sul Corriere della Sera (15-08-11) intitolato "Quando saremo dieci miliardi" così: " [...] L'aumento demografico comporta aumenti moltiplicati di cibo e di comodità. E' giusto. Ma il <carico ecologico> diventa così sempre più insostenibile. L'altra faccia del problema è che la sovrappopolazione fa salire l'inquinamento e anche il riscaldamento dell'aria. [...]. Che fare? Io dico che la crescita demografica va fermata ad ogni costo. Ma nessuno osa dirlo; l'argomento è proibito. Tutti o quasi tutti invocano la tecnologia e le sue scoperte. Ma non c'è tecnologia che basti e che ci salvi con dieci miliardi di viventi."

Recentemente Sartori ha mantenuto le stesse posizioni in un articolo sempre del Corriere della Sera (23-11-13) intitolato "Una modernità fuori misura" : "La Terra è un piccolo pianeta la cui circonferenza è di appena 40.000 km. Ma noi predichiamo un progresso senza limiti, una crescita senza limiti, uno sviluppo senza limiti e, ancor peggio, una popolazione senza limiti. E' demenza? Si. Perché è demenza ipotizzare una crescita infinita del pianeta che ha dimensioni finite e per ciò stesso anche risorse infinite. [...] Il rimedio sarebbe una drastica riduzione delle nascite (specialmente in Africa) che ci restituirebbe un pianeta vivibile. "

Fonti:




1 commento:

  1. Non sono un economista ne sociologo, sono un tecnico edile-urbanista, ma attraverso il lavoro e con l'esperienza che continuamente forgia la conoscenza del divenire, debbo condividere i risultati e le considerazioni fondamentali del Malthus di W. Vogt attraverso l'applicazione semantica del Korzybski.Il pianeta Terra non può sostenere illimitatamente una popolazione che si avvia verso 8 miliardi :le considerazioni politiche, economiche e religiose mondiali sono quelle che provocano guerre, contrasti delle istituzioni degli Stati e l'aumento della fame e delle risorse mondiali. E' evidente che l'educazione per una positiva e razionale pianificazione famigliare è lunga e difficile, ma non deve scoraggiare. Se vogliamo che quanto prima la Terra diventi "una terra di nessuno" bisogna insegnare alle popolazioni più ignoranti e inconsapevoli una crescita ragionata. Le previsioni riguardanti Africa e Medio Oriente dicono che in poco tempo la loro popolazione raddoppierà (l'Africa aumenterà di un altro miliardo di persone, con figli senza genitori, CHI LI MANTERRA'?)

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