Ottimisti

Dall'illuminismo al marxismo               

(immagine tratta da Wikipedia)

L'altra faccia della medaglia è composta da coloro che osteggiarono ed osteggiano tutt'ora l'ideale malthusiano del controllo della popolazione e la correlata visione pessimistica riguardo al rapporto tra popolazione e risorse. 

I primi a farsi avanti furono i pensatori figli dell'illuminismo, i quali vedevano nell'uomo la capacità di far fronte alle avversità con successo tramite l'uso illuminato della ragione. Fra i tanti pensatori illuministi su questo tema una figura di spicco fu M. Jean Antoine Condorcet, il quale fece parte del gruppo degli enciclopedisti francesi e partecipò attivamente alla Rivoluzione Francese, morendo in carcere dopo essersi opposto alla condanna a morte di Luigi XVI. 

Egli credeva che la razionalità dell'uomo, che agisce per soddisfare il proprio interesse per migliorare le proprie condizioni di vita, avrebbe garantito anche un controllo spontaneo della crescita della popolazione. Il marchese inoltre suggeriva che il problema della popolazione potesse trovare soluzione in quei meccanismi di sviluppo sociale ed economico, come un maggior grado di istruzione e migliori condizioni di vita in generale, che in modo naturale, senza ricorrere all'adozione da parte dei governi di misure coercitive, avrebbero favorito un rallentamento della crescita. 

Dal secolo successivo un'ulteriore critica alla "legge di Malthus" venne dalla teoria marxista sul rapporto tra popolazione e accumulazione capitalistica.
L'eccesso demografico che prevedeva Malthus, da Marx venne visto come frutto del sistema economico vigente (della struttura su cui è costruita la società) e non come prodotto di una legge immutabile a-storica come sostenuto il pastore anglicano. Nella seconda metà del XX secolo inoltre alcuni teorici neomarxisti sostennero che l'aumento demografico non fosse una causa, ma la conseguenza del sottosviluppo generale e della povertà individuale, e che quindi bisognava intervenire su queste per poter affrontare il problema: sia la fame che la crescita della popolazione in sintesi rifletterebbero lo stesso fallimento di un sistema politico ed economico (capitalista).

La popolazione del pianeta cap.2, Antonio Golini 2003
Goodbye Malthus cap.1 , Rosina, Tanturri 2011




                                                                                                                                                              
(http://press.princeton.edu/)
Simon: L'Ultima Risorsa


Una svolta nel dibattito fra risorse e popolazione ebbe luogo nel 1981 a seguito del libro pubblicato da Julian Simon, "L'Ultima Risorsa" (The Ultimate Resource), libro che ridefinì parzialmente l'assetto ideologico dei due schieramenti. Ai tempi di Malthus infatti i liberisti conservatori erano dei pessimisti che temevano e demonizzavano l'incremento demografico dei poveri, mentre i riformatori sociali erano degli ottimisti convinti che il modello malthusiano servisse a preservare lo sfruttamento nella società. 

Negli anni ottanta, contemporaneamente alla pubblicazione del libro di Simon, i liberisti erano diventati degli ottimisti e sostenitori della libera procreazione, mentre i pessimisti al contrario erano i riformatori sociali, che vedevano nelle previsioni malthusiane una minaccia per l'intera umanità. L'economista Simon era un'autorità nel marketing postale, aveva letto il libro di Ehrlich e scrisse alcuni articoli su come si potesse convincere tramite il marketing a fare meno figli. Successivamente però cambiò idea, infattì si convinse che un aumento di popolazione, causando una mancanza di risorse, avrebbe stimolato l'inventiva e la creatività e prodotto delle tecnologie innovative portatrici di progresso. Argomenta nel suo libro che ad esempio quando nel XVIII secolo gli Inglesi esaurirono le riserve di legname per riscaldarsi, scoprirono il carbone come sostituto, o come a metà del XIX secolo gli americani non trovarono più l'olio di balena, incominciarono a trivellare a terra e ad usare il petrolio necessarie per le lampade; quando il petrolio sarà finito, continua, troveremo qualcosa di meglio: in sintesi non solo la necessità è madre di ogni invenzione, ma maggiore è la necessità, maggiore sarà l'invenzione.

 Nel 1985 ad esempio riguardo alla crisi petrolifera del 1973-80: "E' da secoli che le cose continuano a migliorare e a costare di meno. Non vi è ragione di credere che questo debba cessare. La crisi petrolifera è stata un incidente di percorso, non una trasformazione permanente. In senso strettamente economico, le risorse naturali sono illimitate, ed è probabile che l'aumento della popolazione, sul lungo periodo, eserciti un impatto benefico sulle risorse naturali." La popolazione, l'uomo, in poche parole, è <la risorsa primaria> che abbiamo, perché è in grado di modificare le risorse disponibili a seconda del suo bisogno e adattarsi come ha fatto da quando è sulla terra; nutrire ed istruire i bambini è un investimento a lungo termine, perché tra loro ce ne sarà qualcuno in grado di risolvere alcuni dei problemi di scarsità in cui incorreremo in futuro. 
A contraddire questa teoria ottimistica c'è il fatto che alcuni dei paesi più popolosi del mondo oggi come Cina ed India, in proporzione non sono poi così più progrediti degli altri. Simon ed altri sostenitori della visione ottimistica a quest'obiezione rispondono che la crescita della popolazione in economie di libero mercato è diversa da quella in cui si ha un'economia di tipo pianificato, le prime infatti permettono una maggiore libertà di espressione e iniziativa, e ciò favorisce l'avanzamento della società grazie alla proliferazione libera di nuove idee.


Goodbye Malthus cap.1 , Rosina, Tanturri 2011
Il Pianeta del futuro cap.8, Fred Pearce 2010
La popolazione del pianeta cap.2, Antonio Golini 2003




Contributi recenti                                
     

Altri studiosi hanno contestato la teoria di Malthus negli ultimi anni, spiegando a loro volta come il problema non fosse il numero insostenibile della popolazione rispetto alle risorse naturali, ma il modo in cui queste venivano ricavate e poi distribuite in accordo a politiche sociali utili a sostenere i paesi più poveri. 

( Amartya Sen : http://www.findingdulcinea.com/)

Fra questi autori citiamo due premi nobel dell'economia che hanno preso posizione su questo argomento: il primo è il prof. Amartya Sen, padre della rivoluzione agricola in India, il quale intervenendo nel 2000 ad un seminario a Roma sulla diseguaglianza ha dichiarato: "Io penso che l’analisi di Malthus sulla crescita della popolazione sia completamente sbagliata. La storia e l’esperienza hanno dimostrato che l’istruzione delle donne è quella che permette di ridurre la fertilità. La produzione agricola inoltre è cresciuta sempre più rapidamente della popolazione. Non c’è quindi nessuna ragione di applicare queste idee antidemocratiche e antiumane di Malthus", ed ha aggiunto, "il cibo, in termini reali, è molto più a buon mercato oggi di quando Malthus scrisse il suo Essay on population ". 


(Gary Becker : http://news.cornellcollege.edu)

Il secondo è il prof. Gary Becker, il quale similmente al primo ha sostenuto che: "la teoria maltusiana non è sostenuta da nessuna prova, anzi si sono verificate alcune circostanze che dimostrerebbero il contrario e cioè che la crescita della popolazione è stata fondamentale per lo sviluppo economico. Bisogna stabilire un legame ottimista e non pessimista nei confronti della crescita demografica, visto che l'approccio maltusiano ha mostrato per intero la sua inesattezza e la sua inattendibilità".

Bomba demografica e relativismo morale, cap.1 A,.Gaspari


Nessun commento:

Posta un commento