Dall'illuminismo al
marxismo
L'altra faccia della
medaglia è composta da coloro che osteggiarono ed osteggiano
tutt'ora l'ideale malthusiano del controllo della popolazione e la
correlata visione pessimistica riguardo al rapporto tra popolazione e
risorse.
I primi a farsi avanti furono i pensatori figli
dell'illuminismo, i quali vedevano nell'uomo la capacità di far fronte
alle avversità con successo tramite l'uso illuminato della ragione.
Fra i tanti pensatori illuministi su questo tema una figura di spicco
fu M. Jean Antoine Condorcet, il quale fece parte del gruppo degli
enciclopedisti francesi e partecipò attivamente alla Rivoluzione
Francese, morendo in carcere dopo essersi opposto alla condanna a
morte di Luigi XVI.
Egli credeva che la razionalità dell'uomo, che
agisce per soddisfare il proprio interesse per migliorare le
proprie condizioni di vita, avrebbe garantito anche un controllo
spontaneo della crescita della popolazione. Il marchese inoltre
suggeriva che il problema della popolazione potesse trovare soluzione
in quei meccanismi di sviluppo sociale ed economico, come un maggior
grado di istruzione e migliori condizioni di vita in generale, che in
modo naturale, senza ricorrere all'adozione da parte dei governi di
misure coercitive, avrebbero favorito un rallentamento della
crescita.
Dal secolo successivo un'ulteriore critica alla "legge di Malthus" venne dalla teoria marxista sul rapporto tra popolazione e accumulazione capitalistica.
Dal secolo successivo un'ulteriore critica alla "legge di Malthus" venne dalla teoria marxista sul rapporto tra popolazione e accumulazione capitalistica.
L'eccesso demografico che
prevedeva Malthus, da Marx venne visto come frutto del sistema
economico vigente (della struttura su cui è costruita la società) e
non come prodotto di una legge immutabile a-storica come sostenuto il pastore anglicano. Nella seconda metà del XX secolo
inoltre alcuni teorici neomarxisti sostennero che l'aumento
demografico non fosse una causa, ma la conseguenza del sottosviluppo
generale e della povertà individuale, e che quindi bisognava
intervenire su queste per poter affrontare il problema: sia la fame
che la crescita della popolazione in sintesi rifletterebbero lo
stesso fallimento di un sistema politico ed economico (capitalista).
La popolazione del pianeta
cap.2, Antonio Golini 2003
Goodbye Malthus cap.1 ,
Rosina, Tanturri 2011
Una svolta nel dibattito
fra risorse e popolazione ebbe luogo nel 1981 a seguito del libro
pubblicato da Julian Simon, "L'Ultima Risorsa"
(The Ultimate Resource), libro che ridefinì parzialmente l'assetto
ideologico dei due schieramenti. Ai tempi di Malthus infatti i
liberisti conservatori erano dei pessimisti che temevano e
demonizzavano l'incremento demografico dei poveri, mentre i
riformatori sociali erano degli ottimisti convinti che il modello
malthusiano servisse a preservare lo sfruttamento nella società.
Negli anni ottanta, contemporaneamente alla pubblicazione del libro di Simon, i liberisti erano diventati degli ottimisti e sostenitori della libera procreazione, mentre i pessimisti al contrario erano i riformatori sociali, che vedevano nelle previsioni malthusiane una minaccia per l'intera umanità. L'economista Simon era un'autorità nel marketing postale, aveva letto il libro di Ehrlich e scrisse alcuni articoli su come si potesse convincere tramite il marketing a fare meno figli. Successivamente però cambiò idea, infattì si convinse che un aumento di popolazione, causando una mancanza di risorse, avrebbe stimolato l'inventiva e la creatività e prodotto delle tecnologie innovative portatrici di progresso. Argomenta nel suo libro che ad esempio quando nel XVIII secolo gli Inglesi esaurirono le riserve di legname per riscaldarsi, scoprirono il carbone come sostituto, o come a metà del XIX secolo gli americani non trovarono più l'olio di balena, incominciarono a trivellare a terra e ad usare il petrolio necessarie per le lampade; quando il petrolio sarà finito, continua, troveremo qualcosa di meglio: in sintesi non solo la necessità è madre di ogni invenzione, ma maggiore è la necessità, maggiore sarà l'invenzione.
Nel 1985 ad esempio riguardo alla crisi petrolifera del 1973-80: "E' da secoli che le cose continuano a migliorare e a costare di meno. Non vi è ragione di credere che questo debba cessare. La crisi petrolifera è stata un incidente di percorso, non una trasformazione permanente. In senso strettamente economico, le risorse naturali sono illimitate, ed è probabile che l'aumento della popolazione, sul lungo periodo, eserciti un impatto benefico sulle risorse naturali." La popolazione, l'uomo, in poche parole, è <la risorsa primaria> che abbiamo, perché è in grado di modificare le risorse disponibili a seconda del suo bisogno e adattarsi come ha fatto da quando è sulla terra; nutrire ed istruire i bambini è un investimento a lungo termine, perché tra loro ce ne sarà qualcuno in grado di risolvere alcuni dei problemi di scarsità in cui incorreremo in futuro.
A contraddire questa teoria ottimistica c'è il fatto che alcuni dei paesi più popolosi del mondo oggi come Cina ed India, in proporzione non sono poi così più progrediti degli altri. Simon ed altri sostenitori della visione ottimistica a quest'obiezione rispondono che la crescita della popolazione in economie di libero mercato è diversa da quella in cui si ha un'economia di tipo pianificato, le prime infatti permettono una maggiore libertà di espressione e iniziativa, e ciò favorisce l'avanzamento della società grazie alla proliferazione libera di nuove idee.
Negli anni ottanta, contemporaneamente alla pubblicazione del libro di Simon, i liberisti erano diventati degli ottimisti e sostenitori della libera procreazione, mentre i pessimisti al contrario erano i riformatori sociali, che vedevano nelle previsioni malthusiane una minaccia per l'intera umanità. L'economista Simon era un'autorità nel marketing postale, aveva letto il libro di Ehrlich e scrisse alcuni articoli su come si potesse convincere tramite il marketing a fare meno figli. Successivamente però cambiò idea, infattì si convinse che un aumento di popolazione, causando una mancanza di risorse, avrebbe stimolato l'inventiva e la creatività e prodotto delle tecnologie innovative portatrici di progresso. Argomenta nel suo libro che ad esempio quando nel XVIII secolo gli Inglesi esaurirono le riserve di legname per riscaldarsi, scoprirono il carbone come sostituto, o come a metà del XIX secolo gli americani non trovarono più l'olio di balena, incominciarono a trivellare a terra e ad usare il petrolio necessarie per le lampade; quando il petrolio sarà finito, continua, troveremo qualcosa di meglio: in sintesi non solo la necessità è madre di ogni invenzione, ma maggiore è la necessità, maggiore sarà l'invenzione.
Nel 1985 ad esempio riguardo alla crisi petrolifera del 1973-80: "E' da secoli che le cose continuano a migliorare e a costare di meno. Non vi è ragione di credere che questo debba cessare. La crisi petrolifera è stata un incidente di percorso, non una trasformazione permanente. In senso strettamente economico, le risorse naturali sono illimitate, ed è probabile che l'aumento della popolazione, sul lungo periodo, eserciti un impatto benefico sulle risorse naturali." La popolazione, l'uomo, in poche parole, è <la risorsa primaria> che abbiamo, perché è in grado di modificare le risorse disponibili a seconda del suo bisogno e adattarsi come ha fatto da quando è sulla terra; nutrire ed istruire i bambini è un investimento a lungo termine, perché tra loro ce ne sarà qualcuno in grado di risolvere alcuni dei problemi di scarsità in cui incorreremo in futuro.
A contraddire questa teoria ottimistica c'è il fatto che alcuni dei paesi più popolosi del mondo oggi come Cina ed India, in proporzione non sono poi così più progrediti degli altri. Simon ed altri sostenitori della visione ottimistica a quest'obiezione rispondono che la crescita della popolazione in economie di libero mercato è diversa da quella in cui si ha un'economia di tipo pianificato, le prime infatti permettono una maggiore libertà di espressione e iniziativa, e ciò favorisce l'avanzamento della società grazie alla proliferazione libera di nuove idee.
Goodbye
Malthus cap.1 , Rosina, Tanturri 2011
Il Pianeta del futuro
cap.8, Fred Pearce 2010
La popolazione del pianeta
cap.2, Antonio Golini 2003
Contributi recenti
Altri studiosi hanno
contestato la teoria di Malthus negli ultimi anni, spiegando a loro
volta come il problema non fosse il numero insostenibile della
popolazione rispetto alle risorse naturali, ma il modo in cui queste
venivano ricavate e poi distribuite in accordo a politiche sociali
utili a sostenere i paesi più poveri.
(Gary Becker : http://news.cornellcollege.edu) |
Il
secondo è il prof. Gary Becker, il quale similmente al primo ha
sostenuto che: "la
teoria maltusiana non
è sostenuta da nessuna prova,
anzi si sono verificate alcune circostanze che dimostrerebbero il
contrario e cioè che la
crescita della popolazione è stata fondamentale per lo sviluppo
economico.
Bisogna stabilire un legame ottimista e non pessimista nei confronti
della crescita demografica, visto che l'approccio maltusiano ha
mostrato per intero la sua inesattezza e la sua inattendibilità".
Bomba demografica e
relativismo morale, cap.1 A,.Gaspari
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